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venerdì 7 settembre 2012

ESTREMISTI IN EUROPA


Colpo su colpo, in due anni, l’estrema destra ha sfiorato o superato la soglia del 10%, se non del
 
15%, nelle elezioni nazionali in diversi stati europei, come in Belgio (17,1%), Bulgaria (12%), Francia (10%), Ungheria (14,8%), Paesi bassi (17%) o Norvegia (22,9%). In Italia, dove Alleanza nazionale ha tagliato il cordone ombelicale per integrasi alla destra classica, la Lega nord, secessionista, è al governo in Lombardia, Veneto e Piemonte. In Svizzera, l’Unione democratica di centro, a un anno dalla proibizione dei minareti, ha convinto il 53% dei votanti a espellere gli immigrati riconosciuti colpevoli di un «crimine» – compreso l’«abuso di aiuto sociale»… In tutti questi casi, comunque, non si tratta di un blocco di forze omogeneo. A Est, l’estrema destra eredita una storia lunga e peculiare . A Ovest, i neofascisti tradizionali sopravvivono nei loro ghetti. In compenso, i partiti anti-sistema alla ricerca di rispettabilità, così come i nuovi arrivati, i cosiddetti Ufo – quale il Partito della libertà olandese  –, hanno il vento in poppa. Le iniziative si rinnovano, non senza contraddizioni, ma con due punti in comune: lo sfruttamento della crisi sociale e il rifiuto dei musulmani . Due temi ampiamente sviluppati in Francia da Marine Le Pen, che conta di sostituire il padre alla guida del Fronte nazionale nel corso di gennaio.

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