In una recente intervista il premio Nobel Milton Friedman ha dichiarato che se il nostro paese si regge ancora è grazie al mercato nero ed all'evasione fiscale che sono in grado di sottrarre ricchezze alla macchina parassitaria ed improduttiva dello Stato per indirizzarle invece verso attività produttive. In qualche modo, sostiene Friedman, "l'evasore in Italia è un patriota".
Ci sembra che le parole del famoso economista colgano straordinariamente nel segno.
Viviamo in un paese in cui ogni giorno che passa il peso dello Stato nelle nostre vite sembra aumentare. Lo Stato ci sottrae una fetta sempre crescente della nostra libertà e dei nostri sudati guadagni.
I mass media propagandano l'immagine dell'Italia come di un paese libero e democratico, in cui la popolazione gode di potere politico ed economico. Ma è davvero così? Incominciamo a chiedercelo e a porci tutti i PERCHE' del caso....
venerdì 24 agosto 2012
E vissero tutti evasori e contenti
Io sto con il Prof. Francesco Pizzetti, docente di Economia ed ex garante della privacy,che ieri propose di togliere il diritto di voto agli evasori fiscali, basandosi sui dettami dell’Art. 48 della Costituzione, secondo cui “Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”. Tempo fa in un forum prima e durante un dibattito poi proposi la stessa cosa ed un coro di polemiche e di fischi si librò nell’aria come uno stormo di falchi predatori. Eppure in
UNA SENTENZA DICE CHE LO STATO PUO' NON PAGARE IL PROPRIO DEBITO
La storia è
la seguente: nel 1936, Grecia, Ioannis Metaxas si rifiutò di pagare il debito alla
banca belga Société Commerciale de Belgique.
ITALIA: CHI CI HA PORTATI IN QUESTA SITUAZIONE E COSA BISOGNEREBBE FARE?
l’Italia non solo dovrebbe organizzarsi con largo
anticipo per uscire quanto prima dall’euro ma non
doveva nemmeno entrarci a suo tempo, quando la propaganda di regime
guidata dalla pseudo
sinistra italiana troncò sul nascere qualsiasi
timido tentativo di dibattito sui motivi e le ragioni per aderire o meno ad
un’unione monetaria così strampalata e sconclusionata, la cui architettura era
stata progettata per creare le disparità, le diseguaglianze, le ingiustizie a
cui stiamo assistendo in questi giorni. La speranza è che siamo ancora in tempo per uscirne,
perché la nostra situazione economica, la bilancia
commerciale con l’estero certifica
ancora oggi un equilibrio quasi miracoloso degli scambi con il resto del mondo
che non obbligherebbe l’Italia ai salti mortali, alle lacrime e sangue, ai
sacrifici inenarrabili, alle svalutazioni incontrollabili, alla inflazione
galoppante di cui sproloquiano i catastrofisti
dell’ultima ora. Certo bisogna mettere in conto un certo periodo di
instabilità e ricostruzione sociale ed economica (non ultima la ristrutturazione
del debito pubblico quantomeno con le controparti estere, che ammonta oggi a
circa il 30% del totale), ma i
vantaggi di un’uscita dall’euro dell’Italia sono incommensurabilmente maggiori
rispetto alle agghiaccianti prospettive di cui abbiamo parlato sopra. Sintomi
di risveglio dall’angoscioso sortilegio europeista ce ne sono per fortuna da
tutte le parti: la Lega Nord ha annunciato che sosterrà la linea
dell’uscita incondizionata dell’Italia dall’euro, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo mantiene un atteggiamento ondivago ma
sembra essere ogni giorno che passa sempre più critico nei confronti del
progetto totalitario dell’euro, i cittadini
tedeschi potrebbero
finalmente ribellarsi loro stessi per primi a causa dei nuovi sacrifici
richiesti dalla classe dirigente europeista che per evidenti interessi di casta
e corporazione li obbliga a rimanere ancora nell’euro, la Grecia avrà bisogno di continui piani di
salvataggio per evitare il default creando tensioni sia fra i residenti che fra
i cittadini europei costretti con la forza a finanziare i fondi salvastati, la Francia è entrata tecnicamente in stagnazione
e potrebbe essere presumibilmente il prossimo paese a cadere con tutte le
conseguenze che ciò comporta. Insomma se la lunga
estate calda sembra trascorrere
tranquilla senza eccessivi colpi di scena, l’autunno potrebbe essere più
turbolento del previsto e avvicinare il raggiungimento del punto di rottura e il momento della resa dei conti fra la democrazia dei popoli
e la dittatura della finanza. E’ una
speranza, lo so, e come tutte le speranze potrebbe presto rivelarsi un’illusione. O NO?!
SVEGLIA!!! O SARA' TARDI
Quando l’Italia si deciderà ad uscire dall’euro?
E’ davvero difficile rispondere a questa domanda perché visto che l’attuale classe dirigente è la stessa che ci ha incastrati in questa gabbia sovranazionale e fascista dell’eurozona, sarà quasi impossibile prevedere che i medesimi farabutti di ogni fazione politica, testata giornalistica, università finanziata con i soldi dei banchieri si
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