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venerdì 24 agosto 2012

ITALIA: CHI CI HA PORTATI IN QUESTA SITUAZIONE E COSA BISOGNEREBBE FARE?


l’Italia non solo dovrebbe organizzarsi con largo anticipo per uscire quanto prima dall’euro ma non doveva nemmeno entrarci a suo tempo, quando la propaganda di regime guidata dalla pseudo sinistra italiana troncò sul nascere qualsiasi timido tentativo di dibattito sui motivi e le ragioni per aderire o meno ad un’unione monetaria così strampalata e sconclusionata, la cui architettura era stata progettata per creare le disparità, le diseguaglianze, le ingiustizie a cui stiamo assistendo in questi giorni. La speranza è che siamo ancora in tempo per uscirne, perché la nostra situazione economica, la bilancia commerciale con l’estero certifica ancora oggi un equilibrio quasi miracoloso degli scambi con il resto del mondo che non obbligherebbe l’Italia ai salti mortali, alle lacrime e sangue, ai sacrifici inenarrabili, alle svalutazioni incontrollabili, alla inflazione galoppante di cui sproloquiano i catastrofisti dell’ultima ora. Certo bisogna mettere in conto un certo periodo di instabilità e ricostruzione sociale ed economica (non ultima la ristrutturazione del debito pubblico quantomeno con le controparti estere, che ammonta oggi a circa il 30% del totale), ma i vantaggi di un’uscita dall’euro dell’Italia sono incommensurabilmente maggiori rispetto alle agghiaccianti prospettive di cui abbiamo parlato sopra. Sintomi di risveglio dall’angoscioso sortilegio europeista ce ne sono per fortuna da tutte le parti: la Lega Nord ha annunciato che sosterrà la linea dell’uscita incondizionata dell’Italia dall’euro, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo mantiene un atteggiamento ondivago ma sembra essere ogni giorno che passa sempre più critico nei confronti del progetto totalitario dell’euro, i cittadini tedeschi potrebbero finalmente ribellarsi loro stessi per primi a causa dei nuovi sacrifici richiesti dalla classe dirigente europeista che per evidenti interessi di casta e corporazione li obbliga a rimanere ancora nell’euro, la Grecia avrà bisogno di continui piani di salvataggio per evitare il default creando tensioni sia fra i residenti che fra i cittadini europei costretti con la forza a finanziare i fondi salvastati, la Francia è entrata tecnicamente in stagnazione e potrebbe essere presumibilmente il prossimo paese a cadere con tutte le conseguenze che ciò comporta. Insomma se la lunga estate calda sembra trascorrere tranquilla senza eccessivi colpi di scena, l’autunno potrebbe essere più turbolento del previsto e avvicinare il raggiungimento del punto di rottura e il momento della resa dei conti fra la democrazia dei popoli e la dittatura della finanza. E’ una speranza, lo so, e come tutte le speranze potrebbe presto rivelarsi un’illusione. O NO?!    
SVEGLIA!!! O SARA' TARDI

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