Pussy Riot, strategie mediatiche e Otpor: strane coincidenze globali
dietro una comune regia?
Quando Materialismo Marxista e Liberismo
capitalistico diventano due distruttive armi di una Guerra comune contro
Dio e l'uomo. Chi c'è dietro le rivolte
popolari e le "Primavere Arabe" scoppiate nel mondo dal 1990
ad oggi?
Mosca, Londra, Washington, Roma, Damasco – Chi sono le Pussy Riot? Cosa rappresentano? Chi c'è dietro di
loro? Sono domande che ci poniamo da qualche mese, ma alle quali abbiamo
esitato a rispondere ufficialmente attraverso le pagine dell'Osservatorio
"Qui Europa", perchè ci sembrava un qualcosa di non pertinente con
l'oggetto del nostro giornale (l'analisi delle politiche europee dell'Ue e
degli stati membri) e perchè viste le notizie profondamente dissonanti e
spesso contraddittorie sull'argomento ci mancavano dei tasselli essenziali
alla ricostruzione fedele ed imparziale del curioso puzzle. Ma alla fine ci
siamo riusciti, e quel che ne è emerso non ha davvero nulla di rassicurante e
democratico. Anzi!
Il fenomeno Pussy
Riot
Le ragazze (sedicenti
neo-attiviste dei diritti umani) munite di passamontagna fluorescenti, nel
corso del 2012 hanno acquistato una fama mondiale inattesa e quantomeno
curiosa, per essersi esibite in maniera dissacrante e blasfema lo scorso
febbraio nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, inscenando una parodia liturgica ed una supplica pop alla Vergine
Maria, contro Vladimir
Putin. Le irriverenti ragazzine, poco
più che ventenni, furono – come noto – tempestivamente arrestate e
successivamente condannate a due anni di reclusione per "teppismo
motivato da odio religioso". Nadia Tolokonnikova e Maria Alyokhina sono
finite in due campi diversi. La terza condannata, Iekaterina Samutsevich, è
stata rilasciata. "Dentro o fuori sei sempre sotto controllo – ha
dichiarato nei giorni scorsi in una intervista – la Russia è una grande
prigione". Ma di certo quel che accadde in quel freddo febbraio non
fu qualcosa di casuale, né di spontaneo. E lo si comprende chiaramente unendo
i pezzi di un puzzle grottesco e spaventoso, ma ben architettato dai profeti
del "caos" e "dell'ordine mondiale" preconfezionato. Di
sicuro l'interesse suscitato tra i media mondiali dall'accaduto è stato
inusuale e clamoroso. Ne parlarono curiosamene tutti i TG e i media
occidentali (gli stessi, per intenderci generalmente protesi alla censura di
ciò che accade in Siria e Libia); nonché molte pop star del calibro diMadonna e Paul Macartney, che non esitarono a supportare la strana e
blasfema forma di protesta delle Pussy Riot. Il “The Guardian” – giornale di punta britannico – in merito
scrisse: “in Russia oggi, è peggio dell’era sovietica!” Ma stanno davvero così le cose? E' davvero
tutto oro ciò che luccica ed emerge dalle sviolinate apparentemente neutrali
– ed accorate – della stragrande maggioranza dei tabloid americani ed
occidentali?
Espressione del comunismo
radicale e amate dal lobbismo occidentale
Certo l'oggetto della
controversia non ci è parso di primo acchito molto onorevole e degno di
sostegno morale e/o ideologico. Vandalismo e blasfemia; profanazione della
Cattedrale di Mosca e versi irrispettosi contro la religione, protesi ad
attaccare il presidente Vladimir Putin (che di certo, intendiamoci, non è un
santo!). Da qui la condanna a due anni di carcere e l'ascesa delle tre ragazzine:
salutate dall'Occidente delle lobby mediatiche come vittime di un regime oppressivo ed oscurantista, una sorta di
eroine post-moderne della libertà e della pace. Ma è davvero così? Chi sono
davvero le Pussy Riot? Una cosa è certa, per la stessa irriguardosa
performance in paesi occidentali come Usa e Regno Unito, le tre ragazzine
sarebbero andate incontro a pene forse ancor più severe, rispetto ai due anni
comminati dal tribunale russo. Ma scavando tra documenti vari attinenti
alla – sia pur breve – vita artistica delle Pussy Riot, emerge l'immagine
di un gruppo laicista ed ateo, per la precisione comunista
radicale e diorientamento
marxista, espressione del ramo
estremista “Voina” (guerra) supportato non da gruppi dichiartamente comunisti
– non solo – ma addirittura da alcune delle più note ONG
occidentali, e dai loro media
di riferimento. Si! Avete capito bene
"Occidentali". Com'è possibile, dunque, questo anomalo e
paradossale connubbio tra marxismo ateo e capitalismo liberale occidentale?
Il mistero s'infittisce!
Irriverenti e blasfeme per
copione
Ma non è finita! Nelle scorse settimane, Yoko Ono – la nota vedova di John Lennon – ha assegnato al contestato e nel contempo
"acclamato" gruppo russo il premio per la pace "Lennonono". Qualcuno ai piani alti dei palazzi
"mondiali" che contano, aveva avanzato anche la proposta di
candidatura del blasfemo gruppo al femminile, addirittura per il "Premio
Nobel". Ultimo paradosso poi – solo l'ultimo di una lunga serie di
eccessi e stranezze - la mostra realizzata nei mesi scorsi in
Russia, presso la Galleria Ghelman di Mosca, in onore delle tre ragazze: una mostra a
dir poco blasfema con ad oggetto "icone" che le ritraevano con la
stessa tecnica e gli stessi colori – olio su tela, nero e oro –
utilizzati per la pittura sacra nella tradizione più classica della pittura
ortodossa. “Un atto cinico di terrore contro la cultura russa”
secondo l’archimandrita Tikhon
Shevkunov, segretario del Consiglio
Patriarcale per la Cultura. Già!
Perchè, per chi si intende anche un briciolo di arte sacra (come me) non può
sfuggire il fatto che le icone nella tradizione russa siano considerate una sorta di "preghiera
vivente", tanto che spesso neppure l'autore osa porvi la propria firma,
per non alterarne il senso ed il messaggio altissimo e
trascendentale espresso dall'opera. Ma perchè dunque tali e tanti atti
irriverenti verso la religione, così spavaldamente ostentati e spacciati come
atti di "progresso" e "pacifismo"? Qualcosa non
torna! In effetti è curioso notare come le Pussy Riot si siano unite recentemente anche al gruppo
"Femen" (note alla
cronaca per aver protestato nei vari G20 a seno scoperto); abbiano deciso di
appoggiare gruppi come “Marcia delle Troie” e le stesse mega-parate gay andate "in
scena" qua e là per il pianeta. Operazioni di costume e protesta
assolutamente "non censurate" dal sistema mediatico occidentale, ma
anzi enfatizzate e promosse in maniera gratuita e tutt'altro che anonima.
Manifestazioni ben finanziate e supportate anche da molte ONG occidentali,
malgrado importassero forme di protesta estrema incentrate sul femminismo
radicale, sul marxismo, sul materialismo ateo e culturale e sulladistruzione
di tutti i valori religiosi e familiari tradizionali. Ma perchè appoggiare questo attacco alla
religione ed alla famiglia? Cosa c'entra con la pace, la libertà e la
civiltà? E perchè – soprattutto – i media occidentali (di regime) non
hanno mosso un dito – dimostrando altrettanto interesse – per difendere
l'autonomia e la libertà di personaggi come Julian
Assange e di Wikileaks e la sua
lodevole battaglia per la libertà di espressione. Un Assange, curiosamente
difeso e posto sotto tutela solo da Mosca, ed osteggiato (guardacaso) da
Londra e Washington, che ne chiedevano invece la testa, perchè depositario di
scomode verità e reo di aver aperto il celeberrimo "Vaso di
Pandora".
Perestroika – Un miracolo
al contrario
Una cosa è certa, questi
fenomeni s'intrecciano indissolubilmente con l'evoluzione della storia
contemporanea della Russia. Putin,
inutile nasconderlo – malgrado la disinformazione mediatica occidentale – ha
ereditato un Paese in rovina,
indebolito e sfasciato dal liberismo economico e dall'iperliberismo importato dalle politiche di Michael
Gorbaciov e dalla sua sedicente
"miracolistica" Perestroika (stile "Ricetta Monti" per
l'Italia, per comprenderci). Un Gorbaciov oggi poco amato – per non dire
odiato – dai Russi. La sua – al netto della propaganda mediatica Occidentale
– fu una sorta di vecchia "Rivoluzione Araba" spiccatamente
mondialista (nel senso più deleterio del termine) che ha finito per regalare
il grande Paese – di Dostoevskij , Tolstoj, Chajkovskij e Rachmaninov – nelle grinfie dei grandi potentati economici
mondiali e delle lobby, a danno delle Pmi e del welfare state,
progressivamente ed inesorabilmente indebolito e devastato. Non ci stupisce,
in tal senso, come nella "ricca" Russia di oggi, in realtà – anche
se i media occidentali, in gran parte plagiati dalle menzogne del miracolo
liberista, non lo riconoscono – la speranza di vita sia paragonabile a quella
di alcuni paesi africani del terzo mondo. Per contro il liberismo economico,
il processo di occidentalizzazione e le privatizzazioni intraprese con la
"Perestroika", hanno finito per spostare l'80-90% della ricchezza
nelle mani di una mera élite di imprenditori lberisti. Tra le grandi vittime
di questo tsunami culturale, sicuramente la stessa cultura russa – da sempre
tra i tesori più nobili e preziosi del Paese – colpita al cuore da decenni di
tagli finanziari e violenze ideologiche.
Marxismo ateo e
capitalismo liberista – Due grandi alleati
Prova di ciò è il fatto che la
Russia (probabilmente il Paese più ricco del mondo, con le maggiori riserve
di minerali, di gas e petrolio; un tempo terra di poeti, scrittori,
musicisti, economisti, geni, scenziati e nobel) produca oggi meno del 1,7% di
tutta la ricerca scientifica mondiale. La povertà in compenso dilaga:
come del resto la denatalità. Un Paese messo in ginocchio dal miracolo
al contrario chiamato "Perestroika", ed osannato dalla
stragrande maggioranza dei media occidentali di regime. E solo oa, alla luce
di qeste analisi, forse capiamo il perchè! Un disegno mondialista che parte
dalla Guerra Fredda, e da quello strano rapporto di amore e odio di due
ambigui personaggi chiamati Ronald Reagan e Michael Gorbaciov. E questo Vladimir Putin – che pur un angelo non è – sembra averlo capito
più che bene, nel suo estremo ed osteggiato tentativo di salvare il
Paese da ulteriori saccheggi iper-liberisti e – nel comtempo – dagli stessi
privilegi della burocrazia di Stato. Emblema di questa "sorta di
guerra culturale apparente" di carattere mondialista – tra due
forme di ateismo molto assolutizzanti, qualimarxismo materialista e
liberismo capitalistico, apparentemente
contrapposte, ma in fondo due facce della stessa medaglia – è la loro lotta
comune contro i valori cristiani, lasacralità dell'uomo come creatura di Dio e la famiglia.
La "Rivoluzione
Siriana" – Un'emblematica cartina tornasole
Da qui si spiega l'avvicinamento
dello stesso Vladimir Putin alla Chiesa ortodossa ed i suoi crescenti consensi
tra il popolo russo: ormai disilluso dai retaggi del passato di
un'evanescente e distruttiva "Perestroika". In tal senso il caso
"Siriano" – ed il tentativo di contrastare l'imperialismo
Nato-Usa (e il collaborazionismo ONU) in
Siria – può essere letto come una interessante ed emblematica cartina
tornasole della situazione sopra illustrata. E ciò mentre – ironia della
sorte – il marxismo materialistico (che per oltre un secolo ha contraddistino
l'identità dello stato burocratico russo) oggi sembra essersi trasformato in
un'arma sfruttata dall’elite mondiaslista e liberista occidentale contro la
stessa Russia, per destabilizzare il Paese e quanti si oppongono all'insano
disegno per il controllo della Terra, chiamato "Nuovo Ordine
Mondiale". Fenomeno che si serve
di opinion leader, stelle pop/rock e organizzazioni ONG: "angeli"
vestiti di luce e falsi profeti capaci di attrarre larghi consensi, ed
espressione di un becero modernismo laico e laicizzante, che mina sottilmente
valori alti quali la sacralità dell'individuo, la famiglia e la religione,
spacciando le loro "rivolte indotte e pilotate" come "salvifiche
rivoluzioni democratiche nascenti dal basso".
NWO e ruolo di Otpor
E la cosiddetta
"Rivoluzione Araba" ne è l'esempio più tangibile ed eloquente. Il
tutto dietro l'uso metodico di nuovi simboli e strategie di comunicazione
(marketing della sommossa) avallati stranamente ed in tempi non sospetti (con
chiare dichiarazioni stampa) da uomini come Soros
e Draghi (?) ed incarnati in
movimenti come gli stessi "Indignados" e "Occupy Wall Street". Curiosi fenomeni e
"coincidenze" che possiamo riscontrare attraverso l'analisi dei
movimenti dell'organizzazione Otpor: una sorta di associazione cui simbolo distintivo è unpugno
chiuso (lo stesso presente in
almeno una dozzina di sommosse – tutte quelle nate dagli anni Novanta ad oggi
– e lo stesso "curiosamente" esibito in più occasioni dalle stesse
Pussy Riot – vedi foto in alto) che avrebbe come scopo la fomentazione di
rivolte mediante proteste ed insurrezioni popolari. Esisterebbe, in tal senso
(come prova, vedi il video in allegato) una vera e propria "revolution training school" protesa alla pianificazione strategica
delle sommosse popolari. In particolare, dopo la caduta di Milosevic, in
Serbia, il pugno chiuso di Otpor divenne un simbolo conosciuto in tutto il mondo,
ed usato perfino sul sito ufficiale di "Occupy Wall Street".
Dall'Iran alla "Rivoluzione Arancione" in Ucraina; dalla
"Rivoluzione delle Rose" in Georgia alla "Rivoluzione dei
Tulipani" in Kirghizistan; dalla "Rivoluzione dei Jeans" in
Bielorussia alla già citata "Rivoluzione Araba" in Medioriente.
Tutte sommosse che hanno presentato il medesimo super-sponsor occidentale,
gli Stati Uniti d'America.
Il destino incrociato di
Russia e Siria
La cosiddetta “Primavera Araba”, in tal ottica ed in Paesi come la Libia e l'Egitto, è stata
finora (e come dimostrato in centinaia di articoli dal nostro Osservatorio
Indipendente) il miglior risultato raggiunto da questa strategia.
Piccoli gruppi finanziati dalle elite diffondono il dissenso nella società,
orientandone gli effetti verso i propri obiettivi. Nei paesi islamici, ciò ha
determinato che i Fratelli Musulmani (gruppi
integralisti e mondialisti a sfondo massonico) contribuissero al disegno egemonico
del "Nuovo Ordine Mondiale".
Ora l’elite sta cercando di applicare la stessa strategia con la Siria e la
Russia. In tal senso gruppi come quello delle Pussy Riot, si dimostrano come
piccole ma paradossalmente potenti pedine all'interno di un oscuro scacchiere
ed al servizio di un oscuro maestro di strategia. D'altra partre, infatti,
non va scordata l'eloquente dichiarazione di David Rockefeller del 1991: "Il mondo – auspicò il ricco e potente banchiere – è
pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di
una élite di intellettuali e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile
all'autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati".
Semplici come colombe ed
astuti come serpenti
Ben venga allora il malcontento
verso la finanza malata e corrotta che sta devastando il mondo; ben venga la
protesta contro le lobby bancarie e l'Unione europea che oggi le spalleggia
spudoratamente e consapevolmente; ben venga la voglia di cambiamento, ma che
si traduca in proposte concrete e di pace, orientate sempre all'amore per il
prossimo ed al rispetto della vita umana, nel rispetto dei valori cristiani e
della vita. Ben venga la voglia di riconquista della nostrasovranità
monetaria e finanziaria, rubataci con
l'inganno ed attraverso leggi inique dalle spinte liberiste fomentate da tali
oscuri "maestri" con la complicità di politicanti asserviti a
questo sporco gioco. Ma che siano desideri ed auspici che possano passare
sempre attraverso il buon senso; il pubblico dissenso e la dura e motivata
protesta, ma il dialogo. Non diventiamo complici inconsapevoli e stupidi dei
nostri stessi carnefici. Un esempio? Chiediamoci come mai molti dei pullman
atti a trasportare i manifestanti della protesta dell'11 Novembre 2011 a Roma
(che scoppiò cioè due giorni prima dell'avvento in Italia del golpe della
banda Monti) furono messi a disposizione in centinaia da sconosciuti
personaggi ed in maniera stranamente gratuita. Apriamo gli occhi e siamo
vigili. Non cediamo alle lusinghe ed alle bugie di falsi
profeti; e soprattutto difendiamo in
ogni sede i nostri valori più sacri, celesti e trascendentali. Non
dimentichiamoci, nel nome di un dissacrante e vuoto modernismo, la profondità
ed il valore delle nostre radici cristiane – il tesoro più prezioso da custodire e difendere
– e diffidiamo dai facili entusiasmi sorretti dal vuoto e dal nulla e da quei
movimenti di massa fomentati solo dall'odio e privi di umanesimo e
trascendentalità. Riscopriamo assieme i valori più profondi ed
incommensurabili del Vangelo di Cristo, e ridiamo centralità all'uomo ed alle sue
prerogative. Ma facciamolo con la semplicità delle colombe e vigilando con
furbizia, evitando di aboccare ai subdoli e distruttivi messaggi ed agli
inganni dei falsi profeti che infestano il mondo ed ai loro "facili
entusiasmi".
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