Da dove arriva la fiducia nei mercati?. Credere che gli investitori internazionali si lascino
convincere a finanziare sia il settore pubblico e privato di un certo paese,
perché il governo sta procedendo sulla strada del risanamento dei conti
pubblici è una sciocchezza
che non ha
alcuna base a mio parere economica, scientifica o razionale: qualunque operatore economico o finanziario orienta i suoi investimenti verso i settori o i paesi in cui ha la certezza di avere un ritorno economico e sempre a mio parere nelle nazioni in cui si pratica con ostinazione l’austerità non ci potrà mai essere crescita economica, perché le due cose sono in antitesi. Persino i singoli cittadini, i consumatori, ragionano in questa maniera, preferendo risparmiare piuttosto che spendere nei periodi di recessione e austerità, per avere una riserva di danaro a cui attingere in futuro e per eventuali necessità a eventuali obblighi fiscali che date le condizioni attuali si presume aumenteranno nel tempo. Quale ritorno economico si può
sperare di avere in un paese in cui si continua a
spendere sempre meno a tutti i livelli? I
soli operatori economici presenti in un simile ambiente in cui manca del tutto
la fiducia in una prossima ripresa sono gli speculatori finanziari che rischiano soprattutto sugli
investimenti a breve termine o gli sciacalli che intendono saccheggiare le ultime
risorse spendibili di una nazione, compresa la manodopera a buon mercato e
facilmente alienabile. Quale
seria programmazione e pianificazione economica di ampio respiro si può
elaborare in queste condizioni? Niente.
Si va avanti a vista fino a toccare il fondo dell’insofferenza e ribellione
sociale, e poi si cambia repentinamente rotta stravolgendo la precedente
struttura economica e finanziaria, come è già accaduto in tanti altri casi
documentati dalla storia (Grande Depressione del 1929, crisi argentina, etc). Oppure si
continua ad opprimere i popoli fino all’edificazione di un regime totalitario più rigido e
robusto, che riesca a sopprimere sul nascere qualsiasi contestazione che
proviene dal basso. La Cina insegna in questo senso, perché la massima efficienza del libero
mercato si raggiunge soltanto
quando si utilizzano forme di governo dittatoriali per costringere i
lavoratori ad accettare i salari, la flessibilità e le condizioni di tutela
sindacale e previdenziale imposte dai mercati. In democrazia e nelle civiltà
più evolute il liberismo
integrale dei mercati stenta
invece a decollare. Ragion per cui nell’eurozona si stanno cominciando da
tempo ad attuare forme più sofisticate di dittatura, basate
sulla minaccia degli spread,
sulla propaganda mediatica, sull’attacco sistematico alle tradizionali
strutture istituzionali che caratterizzano una democrazia (amministrazione
pubblica, parlamento, magistratura, sindacati, enti locali), per giustificare
la necessità di un governo
sovranazionale e non democraticamente eletto.alcuna base a mio parere economica, scientifica o razionale: qualunque operatore economico o finanziario orienta i suoi investimenti verso i settori o i paesi in cui ha la certezza di avere un ritorno economico e sempre a mio parere nelle nazioni in cui si pratica con ostinazione l’austerità non ci potrà mai essere crescita economica, perché le due cose sono in antitesi. Persino i singoli cittadini, i consumatori, ragionano in questa maniera, preferendo risparmiare piuttosto che spendere nei periodi di recessione e austerità, per avere una riserva di danaro a cui attingere in futuro e per eventuali necessità a eventuali obblighi fiscali che date le condizioni attuali si presume aumenteranno nel tempo. Quale ritorno economico si può
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