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martedì 21 agosto 2012

DEDICATO A CHI CREDE NELL’EUROPA E A MONTI


Da dove arriva la fiducia nei mercati?. Credere che gli investitori internazionali si lascino convincere a finanziare sia il settore pubblico e privato di un certo paese, perché il governo sta procedendo sulla strada del risanamento dei conti pubblici è una sciocchezza che non ha
alcuna base a mio parere economica, scientifica o razionale: qualunque operatore economico o finanziario orienta i suoi investimenti verso i settori o i paesi in cui ha la certezza di avere un ritorno economico e sempre a mio parere nelle nazioni in cui si pratica con ostinazione l’austerità non ci potrà mai essere crescita economica, perché le due cose sono in antitesi. Persino i singoli cittadini, i consumatori, ragionano in questa maniera, preferendo risparmiare piuttosto che spendere nei periodi di recessione e austerità, per avere una riserva di danaro a cui attingere in futuro e per eventuali necessità a eventuali obblighi fiscali che date le condizioni attuali si presume aumenteranno nel tempo. Quale ritorno economico si può
sperare di avere in un paese in cui si continua a spendere sempre meno a tutti i livelli? I soli operatori economici presenti in un simile ambiente in cui manca del tutto la fiducia in una prossima ripresa sono gli speculatori finanziari che rischiano soprattutto sugli investimenti a breve termine o gli sciacalli che intendono saccheggiare le ultime risorse spendibili di una nazione, compresa la manodopera a buon mercato e facilmente alienabile. Quale seria programmazione e pianificazione economica di ampio respiro si può elaborare in queste condizioni? Niente. Si va avanti a vista fino a toccare il fondo dell’insofferenza e ribellione sociale, e poi si cambia repentinamente rotta stravolgendo la precedente struttura economica e finanziaria, come è già accaduto in tanti altri casi documentati dalla storia (Grande Depressione del 1929, crisi argentina,  etc). Oppure si continua ad opprimere i popoli fino all’edificazione di un regime totalitario più rigido e robusto, che riesca a sopprimere sul nascere qualsiasi contestazione che proviene dal basso. La Cina insegna in questo senso, perché la massima efficienza del libero mercato si raggiunge soltanto quando si utilizzano forme di governo dittatoriali per costringere i lavoratori ad accettare i salari, la flessibilità e le condizioni di tutela sindacale e previdenziale imposte dai mercati. In democrazia e nelle civiltà più evolute il liberismo integrale dei mercati stenta invece a decollare. Ragion per cui nell’eurozona si stanno cominciando da tempo ad attuare forme più sofisticate di dittatura, basate sulla minaccia degli spread, sulla propaganda mediatica, sull’attacco sistematico alle tradizionali strutture istituzionali che caratterizzano una democrazia (amministrazione pubblica, parlamento, magistratura, sindacati, enti locali), per giustificare la necessità di un governo sovranazionale e non democraticamente eletto.

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