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martedì 21 agosto 2012

LA POLITICA MONETARIA NON SI PUO’ SCINDERE DA QUELLA FISCALE, L’EUROPA COSI COM’E’ NON HA RAGIONE DI ESISTERE.


Mi pare che non serva un luminare di economia per capire che la struttura privatistica e il mostro giuridico imposto con la forza e con l’inganno in Europa non sia proprio uno straordinario modello di efficienza e sviluppo: basterebbe citare alcuni dati sul crollo della produzione industriale (-8,2% su base annua in Italia), sulla disoccupazione dilagante (10,8% in Italia, 24,6% in Spagna, 23,1% in Grecia, con una disoccupazione giovanile oltre il 50%), sulla caduta dei redditi nazionali(-2,5% la previsione per l’Italia nel 2012, -6,2% per la Grecia), sull’aumento dello stesso debito pubblico (in ascesa a €1972
miliardi in Italia, con oltre il 123% di rapporto debito pubblico/PIL e i soli interessi che sfiorano i €100 miliardi di euro all’anno)  per ammettere con un minimo di obiettività e onestà intellettuale (cosa di cui sono privi tutti gli organi di informazione profumatamente finanziati dai soliti banchieri) che il progetto eurozona sia un fallimento su tutti i fronti. Senza un cambiamento radicale, che assicuri innanzitutto un maggiore coordinamento fra la politica monetaria della banca centrale e la politica fiscale dei governi come accade in tutti i paesi normali del mondo, la moneta euro e l’eurozona come istituzione sono destinati a collassare per evidenti limiti di sostenibilità. Gli stessi interventi non convenzionali della BCE, che derogando più volte al suo statuto e ai trattati europei ha dovuto acquistare titoli di debito pubblico sul mercato secondario per alleviare la mancanza di capitali a buon mercato da parte degli stati più in difficoltà dell’eurozona (i cosiddetti PIIGS, Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna), dimostrano palesemente che il taglio netto fra l’operato della banca centrale e quello dei governi, con il quale si voleva lasciare questi ultimi in balia dei mercati privati, sia un errore colossale e una scelta impraticabile nella realtà dei fatti

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