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lunedì 13 agosto 2012

L’ERF(European Redemption Fund), è quasi-Realtà


E’ incredibile che non se ne parli MAI su nessun media sussidiato, forse non sapete che il famoso Redemption Fund a Settembre con tutta probabilità sarà approvato definitivamente dalla UE e sarà pronto per la ratifica nei singoli paesi. Ok ricominciamo da capo, cosa è esattamente il Redemption Fund? da un post di Gerardo Gaita: European redemption fund ……. tale teorizzazione è stata sostenuta in primis lo scorso novembre dai cosiddetti Cinque Saggi del Consiglio Economico (massimo organo tedesco di consulenza macroeconomica e fiscale che gode, fra l’altro, anche della piena considerazione del Cancelliere
Angela Merkel), ed è stata rilanciata recentemente dal partito socialdemocratico e dai verdi. Tale proposta non è troppo dissimile da quella fatta qualche tempo fa in Italia dal politico ed economista Vincenzo Visco (www.nens.it/_public-file/VISCO.TAMTAM.7.10.2011.pdf). L’European redemption fund (Erf) farebbe confluire l’importo dei vari debiti pubblici degli Stati dell’Eurozona per la parte eccedente il 60% del PIL in un apposito fondo; l’Erf verrebbe garantito dagli Stati nazionali membri attraverso i loro asset pubblici e da almeno una percentuale di tasse riscosse a livello nazionale. Tale fondo, poi, emetterebbe bonds europei caratterizzati da una rigorosa scadenza di 20, massimo 25 anni. In questo lasso di tempo, tutti gli Stati aderenti avrebbero, inoltre, l’obbligo di assettare il proprio rapporto debito/PIL al 60%. Ci troviamo di fronte, quindi, ad un fondo la cui esistenza è temporaneamente limitata e che comunque deve essere completamente rimborsato dagli Stati membri alla fine della sua durata. Da questa soluzione (che non implicherebbe la riformulazione dei Trattati esistenti o la scrittura di nuovi, ma che può essere concretizzata mediante semplici intese) Paesi come l’Italia dovrebbero ricevere il vantaggio di pagare nel complesso interessi sul debito relativamente bassi, mentre Paesi come la Germania dovrebbero sopportare costi maggiori rispetto agli attuali per finanziare interamente il relativo debito. Proprio al fine di compensare questo sbilanciamento, i Paesi finanziariamente ed economicamente più solidi pretenderebbero in cambio un rispetto vero e proprio degli impegni presi. L’Italia, ad esempio, sarebbe tenuta a perseguire scrupolosamente un percorso finanziario ben delineato al fine di portarla nei tempi stabiliti al 60% del rapporto debito/PIL, ed i miglioramenti in materia verrebbero annualmente ed accuratamente valutati. Se ci dovesse essere un allontanamento dalla “retta via” non è affatto esclusa, come extrema ratio, l’ipotesi di cacciata dal fondo … tutto questo perlomeno in teoria. In sintesi si tratta di un meccanismo che in 20-25 anni costringe gli Stati (compresa la Germania oggi all’80%) a tornare entro il 60% del rapporto debito/PIL. Bene ora vorrei sapere perchè in Italia non si parla mai di ciò che è accaduto il 12 Luglio scorso (in Austria ci hanno fatto le prime pagine e una settimana di pagine interne): dal Sole 24 Ore articolo del 13 Luglio 2012 (leggete molto bene): La plenaria di Strasburgo ha approvato con larghissime maggioranze i testi del ‘two pack‘, i regolamenti per l’ulteriore rinforzo della governance europea con sorveglianza di bilancio dei Paesi a rischio e valutazione dei budget annuali che il Parlamento europeo ha emendato inserendo strumenti per la crescita come Eurobond, fondo di riscatto e fondo per la crescita. È stato invece bocciato l’emendamento presentato dai socialisti per la golden rule per lo scorporo degli investimenti produttivi dal deficit. I rapporti sui regolamenti presentati dalla Commissione per integrare quanto previsto dal “fiscal compact” e dal “six pack” per la governance economica rafforzata sono stati preparati dal popolare francese Gauzes (approvato con 471 sì, 97 no e 78 astenuti) e dalla socialista portoghese Ferreira (501 sì, 138 no, 36 astenuti)
È nel rapporto Ferreira che il Parlamento aggiunge, rispetto alla proposta della Commissione europea: l’obbligo di «armonizzare» l’emissione del debito; la preparazione di un una roadmap per gli ‘stability bonds’; una proposta di fondo per la crescita per «mobilitare circa l’1% del pil ogni anno» ovvero 100 miliardi l’anno «per un periodo di dieci anni» tramite project bond della Bei; lancio del ‘fondo di riscatto« (Erf, European Redemption Fund) cui i paesi non sotto assistenza conferiscono la parte di debito eccedente il 60% del rapporto sul pil per il rimborso in 25 anni. In tale rapporto i socialisti avevano proposto l’emendamento a favore della ‘golden rulè bocciato per l’opposizione del Ppe, in cui però gli italiani del Pdl e dell’Udc hanno votato a favore assieme al Pd. Nel testo respinto si affermava che la Commissione, nel valutare i bilanci, «individua e valuta» gli investimenti per la crescita «e propone un loro trattamento adeguato allo scopo di garantire una disciplina sostenibile»… Mi scuso per non avere scritto prima di questo evento epocale, ma a 3000 metri senza giornali italici ho supposto che se ne fosse parlato… invece ho scoperto oggi che nisba, solo un articoletto sul Sole. Sintetizzo: Quella che era una proposta dei “5 saggi” (che non sono neppure tutti di nazionalità tedesca) è stata APPROVATA al parlamento europeo!!!!!! Non siamo neppure più alla fase della discussione il “redemption fund” è realtà, si tratta di ratificarlo nei singoli paesi. Nonostante tutto.Riesco ancora a stupirmi della pessima qualità della nostra stampa. Ma torniamo al redemption fund, in cambio dell’obbligo (controllato a vista da ispettori) a pagare una sorta di mega mutuo per azzerare il debito sopra il 60% esso offre tassi quasi tedeschi, si stima circa 80-100 punti base sopra il Bund, forse addirittura zero. Non è poco, si tratta di uno sconto gigantesco rispetto ai tassi che l’Italia ha sempre pagato sul suo debito, solo che questa volta vanno restituite anche quote di capitale. Cosa penso del Redemption Fund Qui bisogna intendersi su una questione fondamentale: Vogliamo ridurre il nostro debito pubblico oppure no e fare una bancarotta classica ( o uscire dall’euro etc etc)? Come sapete io penso che il modo corretto e meno doloroso di uscire dalla tenaglia del debito sia pagarlo, dunque non riesco a giudicare il redemption fund in termini negativi, ed anzi lo vedo come uno strumento eccezionalmente conveniente per gestire il nostro debito pubblico. Ovviamente il rischio sta nell’escussione della garanzia. Cioè se l’Italia ritardasse o non effettuasse i pagamenti previsti scatterebbero clausole automatiche sul nostro patrimonio. (si ipotizza che ad esempio,che l’oro fisico di ciascuna banca centrale europea venga trasferito temporaneamente alla BCE la quale farebbe da garante e da “banco” per punire chi sgarra). Peraltro il redemption fund, deresponsabilizerebbe la nostra scassata classe politica in senso positivo, cioè il Bersani di turno se la potrebbe comodamente prendere col redemption fund ( e i soliti cattivi tedeschi) ove dovesse prendere decisioni impopolari. Al solito la differenza verrà fatta da COME il redemption fund verrà pagato, ovvero se dalla leva fiscale oppure dai tagli di spesa e dalla cessione di patrimonio pubblico improduttivo (perchè in mano allo Stato).

FONTE : www.nocensura.com

1 commento:

  1. Proviamo a chiedere ai nostri politicanti se sanno cosa sia o cosa serva l'ERF!!

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