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lunedì 28 gennaio 2013

MPS: BANKITALIA NON SAPEVA NULLA!

Mentre un’immagine vale più di mille parole andiamo a vedere cosa succede nelle stanze ovattate del teatrino italiano sulla vicenda MPS.

Noi non centriamo nulla, bisogna avere fiducia nella Banca d’Italia la quale annovera tra i suoi maggiori azionisti MPS, ci hanno nascosto tutto, non potevamo sapere e via dicendo…
Gli ex vertici di Mps hanno nascosto i documenti alla Banca d’Italia e la verità sullo scandalo derivati è venuta fuori grazie alla collaborazione dei nuovi amministratori. «La vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente – si legge in una nota di Bankitalia- a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps». Sempre Bankitalia rileva che «Gli approfondimenti e le indagini sono coperti da segreto d’ufficio e da segreto istruttorio. Nei mesi scorsi i vertici di Mps sono stati rinnovati» e «i nuovi amministratori stanno cooperando con l’autorità giudiziaria e con la Banca d’Italia per accertare le passate circostanze». CORRIERE DELLA SERA
E’ un mondo di belle addormentate che cadono dal pero, può capitare ovviamente se mandi qualche pollo a sorvegliare le volpi, ormai lo sappiamo tutti che il livello di sofisticazione della finanza derivata è superiore a quello di conoscenza dei controllori e vigilantes.
Leggendo qua e la … Dentro il Montepaschi un hedge fund fuori controllo Lorenzo Dilena
Esclusivo.Il rapporto interno di fine 2009 che lanciava l’allarme sulla finanza di Mps rimasto ignorato. Gli investimenti speculativi della banca hanno continuato ad aumentare fino a tutto il 2011. I dettagli di “Nota Italia”.


Leggetevelo tutto riporto solo il rapporto Bankitalia…
Rilievi e osservazioni delle Banca d’Italia su Mps
«Alcuni invesitmenti a lungo termine finanziati con repo di pari scadenza presentano profili di rischio non adeguatamente controllati né compiutamente riferiti dall’esecutivo all’organo amministrativo.
In particolare, per effetto di clausole contrattuali richiedenti margini di garanzia aggiuntivi al titolo, si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi di euro) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi, stipulate con Nomura Plc e Deutsche Bank Londra. L’accordo con quest’ultima controparte presenta ulteriori risvolti. Nel dicembre 2008 erano stati infatti acquistati 2 miliardi di Btp (2018 e 2020), legati a finanziamenti il cui costo dipendeva da variabili spiccatamente aleatorie Si è così generato un fair value negativo del repo, incorporato a luglio 2009 in un nuovo contraatto che ha prolungato sino al 2031 penalizzanti condizioni di finanziamento (mediamente 280 punti base sull’Eonia swap, con mark to market negativo a fine ispezione di 265 milioni).
La rischiosità dell’operazione – poco coerente con la missione dell’unità sui cui libri è stata collocata – non era stata all’origine recepita nel Value at Risk interno (l’inclusione della posizione, a novembre 2009, ha accresciuto del 30% il VaR del banking book).
Sta di fatto che il Btp/repo di dicembre 2008 era contemporaneo a un altro di pari importo nominale intercorso tra la stessa Deutsche e la controllata Santorini, con funding ancorato a fattori in gran parte antitetici al primo. Il positivo esito finale di tale seconda operazione veniva a compensare le perdite allora in formazione in un collared equity swap in essere fra i medesimi soggetti.
Fonte: BdI, Rilievi e osservazioni su ispezione 11 maggio – 6 agosto 2010

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