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lunedì 28 gennaio 2013

NESSUN COMPLOTTO SEMPLICI AFFARI


Mentre il salvatore della Patria, il premier uscente promette un piano di riduzione delle tasse per quasi 30 miliardi di euro da attuare sull’imposta per la prima casa detrazione da 200 a 400 euro il cui costo crede ingenuamente di finanziare con 800 milioni provenienti dalla riduzione della spesa del debito, provate a seguire il mio ragionamento e ricordate non c’è alcun complotto dietro non vorrei che gli acchiappa complotti o acchiappa declini si agitassero come spesso accade in questo Paese…

«I BoT italiani non sono come i titoli greci: deve essere chiaro, altrimenti facciamo il gioco della speculazione». Quando nel 2011 l’allora presidente dell’Abi Giuseppe Mussari pronunciava queste parole, e giustamente incitava gli italiani a «non fare il gioco» degli speculatori internazionali, forse pensava ai suoi trascorsi senesi. Perché la speculazione sull’Italia la faceva da tempo anche il Monte dei Paschi. A favore dell’Italia, certo. Come tutte le banche italiane, ben inteso. Ma pur sempre di speculazione si trattava. È questo infatti il succo della terza operazione finanziaria made in Siena, dopo Alexandria e Santorini, “chiacchierata” di questi giorni: Nota Italia. Una speculazione che, come le altre (si veda il Sole 24 Ore di ieri), alla fine ha lasciato solo ferite a Rocca Salimbeni. Ecco la sua storia. Nota stonata Nota Italia è una complessa operazione finanziaria, realizzata nel 2006 da Mps con JP Morgan, che puntava a procurare guadagni alla banca senese vendendo – in maniera sintetica – credit default swap (Cds) trentennali sull’Italia.

Il resto lo lascio leggere a Voi Quando Mps speculava sull’Italia ma veniamo al dunque!
C’era solo un piccolo problema. Realizzarla in maniera lineare, vendendo Cds a JP Morgan, era impossibile: anche a quei tempi, infatti, nessuna banca d’affari internazionale avrebbe mai comprato un Cds direttamente da una banca italiana. Perché nella pur remota ipotesi che l’Italia fosse fallita, anche le banche italiane sarebbero fallite, per cui la loro capacità di rimborsare la polizza sarebbe stata teoricamente nulla. Nasce per questo Nota Italia: una complessa struttura finanziaria, che permette di realizzare sinteticamente ciò che nella realtà non era possibile.
Nota Italia è un titolo strutturato emesso da una società-veicolo irlandese, Corsair Finance costruita da JP Morgan, e comprato da Mps. L’intera operazione aveva dei titoli iper-sicuri sottostanti (con rating Tripla A), in modo da garantire a JP Morgan che anche in caso del default combinato di Italia e Mps, il risarcimento derivante dalla polizza sarebbe arrivato comunque. La struttura era dunque complessa, ma l’obiettivo era semplice: fare in modo che JP Morgan comprasse sinteticamente i Cds sull’Italia (cioè le polizze sul default della Repubblica) e che Mps incassasse i “premi” assicurativi
Tutto chiaro? Quanti erano oltre a JPMorgan e Deutsche Bank quelli che avevano le tasche imbottite di CDS, una polizza assicurativa sulla salute del nostro Paese e che avevano tutto l’interesse che nel tempo si rivalutasse e quindi che il nostro Paese si prendesse una bella polmonite.
Sto pensando a quelle povere anime che spaventate da una piccola polmonite, supportate in questo da dotti medici e sapienti che in questi anni e mesi ci hanno raccontato come sarebbe morto il nostro Paese, si sono precipitate a vendere tutti i polmoni che detenevano, ovvero il loro titoli di Stato mentre noi suggerivamo di restare a letto al caldo e ogni tanto prendere come antibiotico le cedole.

Meditate gente meditate e ricordate non c’è alcun complotto solo una normale polmonite con polizza assicurativa incorporata.

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